Buon pomeriggio Readers! Anche questa settimana mi sono lasciata trascinare dagli impegni e ho scritto davvero poco sul blog, ma ho letto tantissimo la sera ed ecco quindi la mia recensione di The Revival, terzo e ultimo libro della trilogia The Young World di Chris Weitz. Una storia che mi ha appassionata fin dal primo libro e che ho amato sino all'ultimo, seppur con qualche piccola critica. Curiosi di sapere ce ne penso? Vi lascio qualche informazione nella scheda libro, seguita dalla mia recensione! :)
Titolo: The Revival (The Young World #3)
Autore: Chris Weitz
Editore: Sperling & Kupfer
Data di uscita: 22 Novembre 2016
Pagine: 262
Rilegato: 19.00 € E-book: 9.99 €
Dove comprarlo: Amazon - IBS
CHRIS WEITZ è sceneggiatore e regista. Ha diretto, tra gli altri, film di successo come La bussola d'oro e New Moon, il secondo fortunatissimo capitolo della saga di Twilight. The Young World è il suo libro d'esordio. Theyoungworld.com
TRAMA Un mondo nuovo è iniziato. Ma chi ne avrà il potere? Mentre l'elicottero che la riporta a casa si prepara all'atterraggio, il cuore di Donna batte tanto forte da sovrastare qualunque altro suono. Da qualche parte là sotto, tra canyon e vicoli, c'è Jefferson. Il suo Jefferson. E se Donna ha trovato il coraggio di tornare nel terribile e tragico caos di New York, è stato soltanto per lui. Ma Jefferson è cambiato. Non è più lo stesso ragazzo che le ha dichiarato il suo amore in biblioteca, sotto un soffitto dipinto con il cielo al tramonto. È più adulto. È sconfitto. E braccato. Il suo sogno di realizzare un nuovo ordine, Utopia, è ormai un capitolo chiuso. Così come quello di riunire tutti i ragazzi delle tribù in un fronte unico. Senza contare che la scoperta della verità sulla Malattia ha acceso un'agguerrita lotta di potere in città, e non solo. E ognuno reclama la propria fetta di torta. Donna e Jefferson non hanno altra scelta: devono agire. Di nuovo. Per salvare il mondo, ma prima ancora se stessi. Anche se, a volte, le due cose coincidono.
Le avventure del gruppo di Washington Square sono sempre emozionanti e ricche di colpi di scena, e anche in questo terzo libro le sorprese non mancano, soprattutto si apre uno spiraglio sulla sfera romantica che cambia le carte in tavola, ma anche gli intrighi politici hanno il loro spazio e tra un capitolo e l'altro la lettura procede estremamente veloce. Forse un po' troppo, tanto che in breve ci ritroviamo alle ultime pagine a sperare che questo non sia l'epilogo della serie ma solo una piccola parentesi.
La narrazione riprende esattamente da dove eravamo rimasti con il secondo volume e fin qui tutto bene, infatti veniamo subito catapultati nel mezzo dell'azione che è nuovamente protagonista delle vite di Donna e Jefferson, ma questa volta in modo meno travolgente ed intenso. Quello che stona in questo terzo libro è una superficialità che si fa sentire fin troppo, l'autore sembra aver perso quella capacità di trasportare il lettore in una sorta di universo hollywoodiano da film post-apocalittico e quella che ci si ritrova a leggere è una corsa contro il tempo, contro i "cattivi", alla stregua di una missione che sembra a dir poco impossibile.
Ed ecco ciò che mi ha fatto desiderare di aver sottomano un quarto libro, più degno di questo di mettere la parola fine a quest'avventura, con più sostanza e meno conclusioni affrettate. Mi è sembrato che Weitz volesse chiudere il prima possibile con questi personaggi e questa storia per passare oltre, una sensazione che ovviamente ha reso meno entusiasmante la lettura, come se dovessi cercare di non perdere un treno o rischiassi di non arrivare in tempo a un appuntamento importante. Insomma, una fretta sgradita che non mi ha permesso di soffermarmi su nulla, e in effetti l'autore stesso non si spende troppo in descrizioni o riflessioni.
Naturalmente sono ormai così appassionata a The Young World e ai suoi giovani protagonisti che non ho potuto abbandonare la lettura. Ho lasciato che le voci di Donna e Jefferson mi trascinassero in questo folle e piatto piano, verso i piani alti, tra riferimenti espliciti a serie TV attuali, colpi di scena e momenti di pura adrenalina.
Non posso poi dire che non ci siano stati fattori all'altezza di un bestseller, ma Weitz ha alzato tanto il tiro nelle precedenti opere che a questo punto avevo davvero aspettative impossibili. Ma come sempre ho apprezzato le sue scelte coraggiose, come quella di cambiare struttura e aggiungere delle "voci" alla storia, lasciando spazio a personaggi che fino ad allora erano quasi rimasti marginali, le cui riflessioni hanno dato senso finalmente ad alcune loro azioni, soprattutto ho amato un punto di vista particolare, quello di Evan, uno dei villain di questa distopia.
Il suo modo di vedere il mondo, di paragonarsi all'eroe e soprattutto di giustificare attraverso ricordi del passato le proprie azioni mi ha molto coinvolta. Non che li condivida, rimane comunque un ragazzo folle dalla perfidia incrollabile, ma ha dato una completezza alla storia che altrimenti non sarei riuscita ad apprezzare tanto, soprattutto in questo terzo libro tanto scarno.
Un epilogo che dopotutto mi ha soddisfatta almeno nella scelta conclusiva, un colpo di scena meravigliosamente pensato che ha dato una spinta positiva a una lettura altrimenti in caduta libera. Il mio voto? Qui la cosa di fa difficile. Come avrete capito non sono riuscita ad amare esageratamente questo libro, ma se avete letto i precedenti volumi saprete che nonostante tutto Donna e Jefferson sono due protagonisti formidabili, che l'universo di The Young World, o meglio, Manhattan ha un che di epico nella sua veste post-apocalittica, tra gang criminali, neo-nazisti, bibliotecari cannibali e inguaribili utopisti come Jefferson.
La verità quindi è che non posso chiudere questa recensione con un voto negativo, per quanto la superficialità con cui il libro è narrato lo meriterebbe, ma voglio dare un voto complessivo alla trilogia che nel suo insieme merita davvero di essere letta. La mia valutazione per The Young World è 4/5. Quasi pieni voti per una storia che ha saputo tenermi incollata alle pagine, farmi ridere e trattenere il fiato per la suspense, sorprendendomi sino all'ultimo e capovolgendo ogni mia congettura.
Il motivo? Tra poco ci arrivo...
Ed ecco ciò che mi ha fatto desiderare di aver sottomano un quarto libro, più degno di questo di mettere la parola fine a quest'avventura, con più sostanza e meno conclusioni affrettate. Mi è sembrato che Weitz volesse chiudere il prima possibile con questi personaggi e questa storia per passare oltre, una sensazione che ovviamente ha reso meno entusiasmante la lettura, come se dovessi cercare di non perdere un treno o rischiassi di non arrivare in tempo a un appuntamento importante. Insomma, una fretta sgradita che non mi ha permesso di soffermarmi su nulla, e in effetti l'autore stesso non si spende troppo in descrizioni o riflessioni.
Naturalmente sono ormai così appassionata a The Young World e ai suoi giovani protagonisti che non ho potuto abbandonare la lettura. Ho lasciato che le voci di Donna e Jefferson mi trascinassero in questo folle e piatto piano, verso i piani alti, tra riferimenti espliciti a serie TV attuali, colpi di scena e momenti di pura adrenalina.
Non posso poi dire che non ci siano stati fattori all'altezza di un bestseller, ma Weitz ha alzato tanto il tiro nelle precedenti opere che a questo punto avevo davvero aspettative impossibili. Ma come sempre ho apprezzato le sue scelte coraggiose, come quella di cambiare struttura e aggiungere delle "voci" alla storia, lasciando spazio a personaggi che fino ad allora erano quasi rimasti marginali, le cui riflessioni hanno dato senso finalmente ad alcune loro azioni, soprattutto ho amato un punto di vista particolare, quello di Evan, uno dei villain di questa distopia.
Il suo modo di vedere il mondo, di paragonarsi all'eroe e soprattutto di giustificare attraverso ricordi del passato le proprie azioni mi ha molto coinvolta. Non che li condivida, rimane comunque un ragazzo folle dalla perfidia incrollabile, ma ha dato una completezza alla storia che altrimenti non sarei riuscita ad apprezzare tanto, soprattutto in questo terzo libro tanto scarno.
Un epilogo che dopotutto mi ha soddisfatta almeno nella scelta conclusiva, un colpo di scena meravigliosamente pensato che ha dato una spinta positiva a una lettura altrimenti in caduta libera. Il mio voto? Qui la cosa di fa difficile. Come avrete capito non sono riuscita ad amare esageratamente questo libro, ma se avete letto i precedenti volumi saprete che nonostante tutto Donna e Jefferson sono due protagonisti formidabili, che l'universo di The Young World, o meglio, Manhattan ha un che di epico nella sua veste post-apocalittica, tra gang criminali, neo-nazisti, bibliotecari cannibali e inguaribili utopisti come Jefferson.
“Chapel ci aveva attirati con menate molto idealiste e altruiste, tipo che voleva salvare tutti noi poveri piccoli stronzi post-apocalittici. Altrimenti mica l’avremmo aiutato. Ma qualcosa in tutta questa storia, a partire dal fatto di essere stata usata dal governo, mi fa pensare che in questa partita nessuno sia innocente. Tranne Jefferson. Di tutti quelli che conosco, lui è l’unico che sarebbe rimasto fedele ai propri principi. Lui non avrebbe mai accettato compromessi.”Insomma, ho adorato questa serie che ha saputo darmi uno spaccato sociale e politico interessante, senza dimenticare emozioni e personaggi stereotipati ma incredibili proprio per quel loro esagerato carattere, ma ancor di più la crudeltà dell'autore che non si lascia intimidire da un lieto fine desiderato, ma punta dritto a scelte ardite e memorabili, impossibili da non apprezzare.
La verità quindi è che non posso chiudere questa recensione con un voto negativo, per quanto la superficialità con cui il libro è narrato lo meriterebbe, ma voglio dare un voto complessivo alla trilogia che nel suo insieme merita davvero di essere letta. La mia valutazione per The Young World è 4/5. Quasi pieni voti per una storia che ha saputo tenermi incollata alle pagine, farmi ridere e trattenere il fiato per la suspense, sorprendendomi sino all'ultimo e capovolgendo ogni mia congettura.
Consiglierei questo libro (serie)...a chi è in cerca di un distopico che si discosti dai soliti cliché, una storia a volte un po' troppo cruda, ma capace attraverso furbi espedienti narrativi di coinvolgere e appassionare, senza mai risultare banale o prevedibile.
Per chi non la conoscesse, quella di The Young World è una trilogia che si compone dei seguenti volumi:
2. THE NEW ORDER (Recensione)
3. THE REVIVAL
Ed adesso sono curiosa di sapere che ne pensate voi, se li avete letti o se ne avete intenzione. In quest'ultimo caso spero di non avervi demotivati, se invece fosse così scrivetemi perchè potrei vendere ghiaccio agli eschimesi se mi impegnassi e non vorrei proprio che un amante di questo genere letterario possa perdersi questa storia! ;)
Ma bando alle ciance, mi tocca tornare a studiare, non prometto però di non scrivere più per oggi perchè mi sento decisamente in vena di recensioni e ne ho altre cinque in arretrato...sarà il momento giusto di recuperarle?
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