Buongiorno Readers! Dopo giorni di assenza, torno per parlarvi de Il destino divide, ultimo libro della duologia Carve the Mark di Veronica Roth, un titolo pubblicato a fine giugno che ho voluto leggere il prima possibile. La mia curiosità dopo il finale del primo libro era davvero alle stelle, tuttavia ammetto che questo secondo volume non mi ha particolarmente entusiasmata...ma prima di perdermi in chiacchiere, ecco qualche informazione più dettagliata su questo titolo, la mia recensione è subito sotto! ;)
Titolo: Il destino divide (Carve the Mark #2)
Autore: Veronica Roth
Editore: Mondadori
Data di uscita: 26 Giugno 2016
Pagine: 400
Rilegato: 15.90 € E-book: 9.99 €
Dove comprarlo: Amazon - IBS
VERONICA ROTH è l'autrice bestseller di Divergent, Insurgent, Allegiant e Four. Vive con il marito a Chicago. Con Mondadori ha pubblicato Carve The Mark - I predestinati (2017).
TRAMA Non ci si può opporre al proprio fato. Sarebbe sciocco, oltre che inutile, perché non si può andare contro qualcosa di inevitabile. Lo sanno bene Akos Kereseth e Cyra Noavek, eppure, fin dal momento in cui è stato reso pubblico il loro, di fato, si trovano in bilico tra l'accettazione del proprio destino e il desiderio di tentare l'impossibile e cambiarlo. Akos non ha potuto fare a meno di innamorarsi perdutamente di Cyra, nonostante il suo fato preveda che lui morirà proprio al servizio della famiglia Noavek. E quando il padre di lei, Lazmet - un tiranno spietato e senz'anima che tutti avevano creduto morto -, torna alla ribalta reclamando per sé il trono degli shotet, il ragazzo si convince che la sua fine è ormai vicina. Nel momento in cui Lazmet innesca la tanto temuta guerra tra thuvhesiti e shotet, i due ragazzi sanno di non avere scelta, devono cercare di fermarlo in tutti i modi possibili. Anche se per Cyra questo potrebbe significare togliere la vita a suo padre, e per Akos perdere la propria. In un colpo di scena sbalorditivo, i due scopriranno quanto il fato che guida le loro vite possa sorprenderli in modi assolutamente inaspettati.
Questa duologia aveva davvero un gran potenziale, sia per l'autrice stessa che l'ha ideata e scritta, sia per le basi e le dinamiche che costituivano il punto di partenza. Soprattutto il world building e il fattore sci-fi/distopico avrebbero potuto giovare di entrambe le premesse positive, eppure solo l'ambientazione si è rivelata all'altezza. Il resto è andato prima in crescendo nel primo volume, e poi a sfumare in questo secondo libro che l'autrice sembra quasi aver scritto giusto per concludere la duologia. Sarebbe forse stato meglio un libro standalone, per creare meno aspettative, o in generale un avvicendamento più articolato e approfondito.
Come nel primo libro della duologia, Carve the Mark, ho trovato particolarmente affascinante l'ambientazione che anche in questo secondo volume viene enfatizzata e descritta in modo estremamente vivido, soprattutto attraverso le sensazioni di Cyra, protagonista e voce narrante principale. Gli approfondimenti finiscono qui, il resto del libro è invece un susseguirsi di accenni e spunti superficiali, non ci sono vere e proprie note che caratterizzano e scolpiscono la storia. L'unica particolarità che mi ha folgorata è stata la narrazione, esattamente come nel primo volume.
In effetti, l'autrice ha mantenuto la stessa struttura a più POV, ognuno però secondo un tipo di narrazione differente. Abbiamo infatti i capitoli di Cyra Noavek che sono narrati al passato in prima persona e ricchi di dettagli emozionali e sensoriali, per poi trovarci a leggere in terza persona le vicende di Akos Kereseth, e poi di nuovo in prima persona ma al presente i capitoli di Cisi Kereseth e in terza quelli di Teka. Per fortuna sono solo questi quattro i narratori principali che si alternano nel corso del libro, con l'aggiunta di un capitolo dedicato a Eijeh, in realtà ben poco utile ma interessante per capire un po' meglio il personaggio.
In generale, la Roth ha dato vita ad una struttura narrativa dinamica e particolare, forse un po' troppo, tanto da risultare a tratti caotica. Per fortuna, la trama si è rivelata altrettanto arrovellata e mi ha parecchio appassionata, abbastanza da lasciarmi oltrepassare quello stile spesso fin troppo semplice. Una narrazione quindi vivace, da amare od odiare. Nel mio caso? Potrei averla amata, ma che fatica stare dietro ai cambi di POV e tempi verbali!
Per il resto il libro non mi ha particolarmente colpita, anzi è stata, come ho detto inizialmente, una gran delusione. Un volume che avrebbe dovuto chiudere in bellezza la duologia, e che si è invece rivelato un brodo lungo e rimescolato, per i due terzi della lettura. L'epilogo si è invece dimostrato più che all'altezza delle aspettative, dandomi il finale che speravo, ma non che immaginavo. I colpi di scena, i momenti drammatici e le sorprese, hanno reso più dolce una lettura per la maggior parte amara, che tuttavia non sento comunque di poter valutare al meglio.
Il mio voto per Il destino divide è di 2/5, due punti per il finale sorprendente e l'ambientazione affascinante. Una valutazione che ho dato a malincuore, perchè avevo adorato il primo libro e avevo alte aspettative, soprattutto a livello di trama, invece mi son dovuta accontentare restando quasi a bocca asciutta.
Come nel primo libro della duologia, Carve the Mark, ho trovato particolarmente affascinante l'ambientazione che anche in questo secondo volume viene enfatizzata e descritta in modo estremamente vivido, soprattutto attraverso le sensazioni di Cyra, protagonista e voce narrante principale. Gli approfondimenti finiscono qui, il resto del libro è invece un susseguirsi di accenni e spunti superficiali, non ci sono vere e proprie note che caratterizzano e scolpiscono la storia. L'unica particolarità che mi ha folgorata è stata la narrazione, esattamente come nel primo volume.
In effetti, l'autrice ha mantenuto la stessa struttura a più POV, ognuno però secondo un tipo di narrazione differente. Abbiamo infatti i capitoli di Cyra Noavek che sono narrati al passato in prima persona e ricchi di dettagli emozionali e sensoriali, per poi trovarci a leggere in terza persona le vicende di Akos Kereseth, e poi di nuovo in prima persona ma al presente i capitoli di Cisi Kereseth e in terza quelli di Teka. Per fortuna sono solo questi quattro i narratori principali che si alternano nel corso del libro, con l'aggiunta di un capitolo dedicato a Eijeh, in realtà ben poco utile ma interessante per capire un po' meglio il personaggio.
In generale, la Roth ha dato vita ad una struttura narrativa dinamica e particolare, forse un po' troppo, tanto da risultare a tratti caotica. Per fortuna, la trama si è rivelata altrettanto arrovellata e mi ha parecchio appassionata, abbastanza da lasciarmi oltrepassare quello stile spesso fin troppo semplice. Una narrazione quindi vivace, da amare od odiare. Nel mio caso? Potrei averla amata, ma che fatica stare dietro ai cambi di POV e tempi verbali!
Per il resto il libro non mi ha particolarmente colpita, anzi è stata, come ho detto inizialmente, una gran delusione. Un volume che avrebbe dovuto chiudere in bellezza la duologia, e che si è invece rivelato un brodo lungo e rimescolato, per i due terzi della lettura. L'epilogo si è invece dimostrato più che all'altezza delle aspettative, dandomi il finale che speravo, ma non che immaginavo. I colpi di scena, i momenti drammatici e le sorprese, hanno reso più dolce una lettura per la maggior parte amara, che tuttavia non sento comunque di poter valutare al meglio.
Il mio voto per Il destino divide è di 2/5, due punti per il finale sorprendente e l'ambientazione affascinante. Una valutazione che ho dato a malincuore, perchè avevo adorato il primo libro e avevo alte aspettative, soprattutto a livello di trama, invece mi son dovuta accontentare restando quasi a bocca asciutta.
Consiglierei questo libro... esclusivamente a chi ha letto il primo libro e non vede l'ora di conoscere il finale di quest'avventura, al fianco di Cyra e Akos, due personaggi che con i loro caratteri opposti danno un tocco di brio all'intera vicenda.
"Forse avrebbe dovuto rompere con lei per sempre, perchè non c'era modo di liberarsi dal suo fato né di sapere se le cose sarebbero andate diversamente se Akos non fosse stato destinato a morire al servizio della famiglia Noavek. Ma il destino di Cyra aveva squarciato la nebbia che gli aveva ottenebrato la mente nelle ultime settimane, e il conforto che aveva trovato in quell'emozione risvegliatasi all'improvviso gli aveva impedito di soffocarla. E aveva continuato a desiderarla, anche mentre si avvinghiavano sempre più stretti, come se non ci fosse abbastanza di lei e non ce ne sarebbe mai stato".
Per chi non la conoscesse, la serie Carve the Mark è una duologia e si compone dei seguenti volumi:
1 I PREDESTINATI (Carve the Mark, recensione)
2 IL DESTINO DIVIDE (The Fate Divide)
Una serie dalle cover meravigliose, questo bisogna dirlo, che però non potrà soddisfare i lettori più esigenti. Tuttavia devo dire che è una duologia che si legge davvero in un attimo e che merita anche solo per le ambientazioni suggestive che l'autrice è stata in grado di creare. Ma adesso ditemi...
Avete già letto il primo libro o l'intera duologia?
Fatemi sapere che ne pensate, se invece ancora non li avete letti sono curiosa di conoscere cosa vi ispira in particolare o cosa invece vi frena dal leggerli.
Come sempre, in caso di recensione non troppo positiva, vi ricordo che ogni parere è puramente soggettivo e quello che a me non è piaciuto potrebbe invece conquistare il vostro cuore di lettori, quindi non fatevi scoraggiare troppo dalle note negative che ho evidenziato in questa recensione, dopotutto ogni lettura è un'avventura a sé! :)
Adesso però vi saluto, ho una sdraio che mi aspetta, ma spero di tornare presto a parlarvi delle mie letture, perchè nelle scorse settimane ho davvero letto moltissimo, ma per godermi al meglio le ferie ho cercato di star lontana dal pc e quindi ho scritto pochissimo sul blog...prometto di recuperare al più presto! ^^'
ho letto il primo e non mi è piaciuto, l'ho trovato poco avvincente nonostante l'idea così originale. Ero molto dubbiosa su questo infatti non l'ho ancora letto e credo, dopo le tue parole, che starà ancora lì per un po'.
RispondiEliminaPurtroppo la Roth sembra aver voluto fare tutto di fretta e onestamente trovo abbia rovinato una storia in realtà con un grande potenziale. Questo è il dramma dei "grandi autori" che sono costretti a puntare sull'aspetto commerciale...vedremo cosa sfornerà in futuro e se meriterà nuovamente!
EliminaSi ti devo dare ragione sembra il classico finale da " e Vissero tutti felici e contenti"
EliminaIl primo libro mié piaciuto molto, il secondo no.
RispondiEliminaHo appena finito il primo (che era di mia mamma che non ha mai avuto il tempo di leggere perchè è mancata) e devo dire che l'ho trovato parecchio insipido, poco fluido ed in alcuni momenti superficiale nelle descrizioni. Un po' troppo sbrigativa la scrittura. Quindi... tirando le somme non mi è piaciuto. Credo che, se anche avesse concluso l'intera storia in un unico libro, non sarebbe riuscita a rendere la vicenda al meglio.
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