Buongiorno Readers! Questo mese con il gruppo di lettura I RECUPERONI (se non lo conoscete, cliccate qui per scoprirlo!), ho letto L'AMICO RITORVATO, di Fred Uhlman. Per meglio dire, ho RILETTO, perchè è un libro che nel corso degli anni ho affrontato più volte per svariate ragioni ed ogni volta l'ho amato particolarmente, tuttavia non ve ne ho mai parlato e considerato che oggi è la Giornata della Memoria ho pensato di richiamarne i temi parlandovi per l'appunto di questa storia. Prima però ecco qualche info sul libro!
Titolo: L'amico ritorvato (La trilogia del ritorno #1)
Autore: Fred Uhlman
Editore: Piemme
Prima pubblicazione: 1971
Pagine: 92
Cartaceo: 7.00 € | E-book: 6.99 €
Dove comprarlo: Amazon
FRED UHLMAN nato a Stoccarda nel 1901, morto a Londra nel 1985, è una di quelle rare figure nell’ambito della letteratura che con un solo libro, peraltro scritto in tarda età, nel 1971, lasciano un segno indelebile della propria presenza. Oltre al romanzo, L’amico ritrovato (Feltrinelli, 1986), ispirato ai luoghi e agli ambienti della sua adolescenza, ha scritto l’autobiografia Storia di un uomo (Feltrinelli, 1987), uscita postuma, e pochi altri testi brevi.
SINOSSI Stoccarda, 1932: due ragazzi di sedici anni, il borghese ebreo Hans e l'aristocratico Konradin, compagni di liceo, diventano amici inseparabili. Sono felici, condividono sogni, progetti,, entusiasmi. Ma nel giro di un anno tutto cambia. L'antisemitismo avvelena l'atmosfera; per gli studenti ebrei la vita a scuola diventa impossibile. Anche Konradin, affascinato dal nazismo, si sacca dall'amico: per Hans è questa la ferita più bruciante. Poi Hans viene mandato in America, presso parenti: diventa un buon cittadino americano, fa l'avvocato, si forma una famiglia, cerca di dimenticare. Molti anni dopo, casualmente, sarà costretto a ricordare: e troverà finalmente - inattesa, inimmaginabile - una riconciliazione con la memoria dell'amico perduto.
RECENSIONE
La trama di questo libro è abbastanza semplice e banale, a dir la verità è un elemento abbastanza neutro del racconto perché ciò che più colpisce di questa lettura è lo stile di Uhlman, l'armoniosità con cui narra ogni scena, ogni impressione del protagonista, ogni cenno storico, e soprattutto ogni paesaggio. In effetti è qui che si nota la vena dell'artista, nelle descrizioni paesaggistiche che ammaliano e meravigliano perché viste dagli occhi di un ragazzino curioso e raccontate dalla penna di un pittore.
Due protagonisti che è stato bello scoprire piano piano, comprendendo la loro curiosità, il loro essere adolescenti in un anno come quello che fu il 1932 per la Germania, e quella passione per la storia e la filosofia, ma soprattutto per la poesia di cui ritroviamo dei richiami nel testo, sino all'ultima pagina, dove un finale sorprendente aspetta il trepidante lettore.
Un lettore affamato in realtà di molto di più a livello di vicende perché ciò che Uhlman racconta è il crescere di un'amicizia e l'inevitabile conclusione, ma d'altronde è proprio intorno a questa totale fedeltà, alla maturazione di un rapporto tanto forte e fragile al contempo che la storia si sviluppa, attraverso la giovane voce di Hans e a quelli che in quel momento furono i suoi più grandi drammi, sino al suo inevitabile trasferimento all'estero.
Una lettura che ho amato per come Uhlman ha saputo trattare con leggerezza e semplicità un tema tanto difficile e un periodo storico così delicato, arricchendo la narrazione di piccole gemme di quotidianità, effetti degli sviluppi politici che hanno reso l'atmosfera più vera e reale, dando al contesto ancora più valore.
Un libro che come avrete capito ho davvero amato, in ogni sua sfumatura, anche se ammetto un filo di azione mi è mancata, ma dopotutto è perfetto così. Ma adesso sono curiosa di scoprire chi ha seguito con noi questa lettura, chi invece lo aveva già letto e cosa ne pensate.
Aspetto un vostro feedback per un'intrigante discussione librosa, e nel frattempo vi auguro una splendida domenica! ;)
I mesi che seguirono furono i più felici di tutta la mia vita. Con l'arrivo della primavera, la campagna si riempì di fiori, fiori di ciliegio e di melo, di pero e di pesco, mentre i pioppi si tingevano d'argento e sui salici spuntavano le foglie giallo limone. I colli azzurrini di Svevia, così dolci e sereni, erano coperti di vigneti e di orti, incoronati dai castelli: piccole città medievali con il municipio dal tetto spiovento, e le fontane in cima alle quali, sorretti da pilastri e circondati da mostri vomitanti acqua, si ergevano duchi e conti baffuti che portavano nomi come Eberardo il Beneamato o Ulrico il Terribile, figure iconiche dall'atteggiamento rigido e dall'armatura pesante. Il Neckar scorreva lento attorno alle isole verdeggianti. Dal paesaggio emanava un senso di pace, di fiducia nel presente, di speranza nel futuro.Il contesto storico poi è un elemento essenziale che abbraccia la trama e la plasma in ogni suo aspetto, ma ciò che più mi ha impressionato è che non ci sono lunghe descrizioni a riguardo, non ci sono forti contestualizzazioni quasi forzate come in altri libri del genere, perché l'ambientazione storica la ritroviamo come detto nella vicenda, nello sviluppo della trama, nelle conseguenze, nelle scelte dei due protagonisti e nelle loro vite.
Due protagonisti che è stato bello scoprire piano piano, comprendendo la loro curiosità, il loro essere adolescenti in un anno come quello che fu il 1932 per la Germania, e quella passione per la storia e la filosofia, ma soprattutto per la poesia di cui ritroviamo dei richiami nel testo, sino all'ultima pagina, dove un finale sorprendente aspetta il trepidante lettore.
Un lettore affamato in realtà di molto di più a livello di vicende perché ciò che Uhlman racconta è il crescere di un'amicizia e l'inevitabile conclusione, ma d'altronde è proprio intorno a questa totale fedeltà, alla maturazione di un rapporto tanto forte e fragile al contempo che la storia si sviluppa, attraverso la giovane voce di Hans e a quelli che in quel momento furono i suoi più grandi drammi, sino al suo inevitabile trasferimento all'estero.
Una lettura che ho amato per come Uhlman ha saputo trattare con leggerezza e semplicità un tema tanto difficile e un periodo storico così delicato, arricchendo la narrazione di piccole gemme di quotidianità, effetti degli sviluppi politici che hanno reso l'atmosfera più vera e reale, dando al contesto ancora più valore.
Un racconto di 92 pagine che consiglio di leggere a chiunque, perché grazie alla sua brevità è una storia che si può affrontare in appena un paio d'ore di lettura, immergendosi appieno non solo nella vita di Hans e Konradin, ma anche e soprattutto nei panni di un ragazzino la cui famiglia dalle origini ebree dovette subire, come capitò a molti nella realtà di allora, il ruolo di capro espiatorio.
Un libro che come avrete capito ho davvero amato, in ogni sua sfumatura, anche se ammetto un filo di azione mi è mancata, ma dopotutto è perfetto così. Ma adesso sono curiosa di scoprire chi ha seguito con noi questa lettura, chi invece lo aveva già letto e cosa ne pensate.
Aspetto un vostro feedback per un'intrigante discussione librosa, e nel frattempo vi auguro una splendida domenica! ;)
Ciao!! Sì grazie mille Silvia! ♡ Passo subito a vedere di che si tratta! ^^
RispondiEliminaCiao Francy ❤
RispondiEliminaHo letto questo libro a inizio mese e mi è piaciuto molto!
Nonostante manchi azione vera e propria, la storia di un'amicizia così profonda come quella tra Hans e Konradin mi ha coinvolta molto, grazie anche allo stile delicato di Uhlman.
Ciao Silvia! Sono felice ti sia piaciuto, anche io come avrai letto l'ho molto apprezzato e soprattutto ho amato lo stile "delicato" come lo hai perfettamente descritto di Uhlman...un libro assolutamente da leggere almeno una volta nella vita!
Elimina