Buon giorno lettori! :) Oggi lascio spazio alla persona che mi ha donato la passione per la lettura…la mia mamma! ^^
Qualche giorno fa ha finito di leggere un libro di cui continua a parlarmi e così ho pensato che visto che l’ha colpita tanto sarebbe stata una splendida idea farle raccontare qualcosa su quel libro qui sul blog…!
Il libro in questione è Il bambino che torna da lontano, di Stefano Ferri, una storia che sembra davvero una di quelle letture indimenticabili, che toccano le corde più emotive del nostro cuore di lettori e che regalano emozioni profonde…io lo leggerò più avanti, ma per ora ecco l’opinione della mia mamma, Daniela. <3
Vi lascio in buone mani…! ;) – Franci
Titolo: Il bambino che torna da lontano
Autore: Stefano Ferri
Pagine: 224
Editore: Robin Edizioni
Pubblicato: 2016
Cartaceo: 14,00 €
STEFANO FERRI è un pubblicitario e giornalista, titolare di una società di comunicazione e marketing. Ha fondato e diretto per quattro anni un'importante rivista di turismo congressuale. Ha ottenuto svariati riconoscimenti, tra cui quello di miglior giornalista italiano per la stampa specializzata in turismo e il Premio Hilton per il giornalismo di settore. Con il saggio Ecoeventi (Lupetti - editori di comunicazione, 2009), scritto con due colleghe, ha vinto nel 2010 il Premio Turismo Responsabile Italiano. Seppellitemi in cielo è il suo esordio nella narrativa, seguito dal più recente Il bambino che torna da lontano.
SINOSSI Una madre e un figlio. Un passato di amore e odio. Di solitudine e irriconoscenza. Una donna misteriosa, con un tragico ricordo cui nessuno vuole credere. Lo spettro di un sosia, morto da decenni, che s’aggira col proprio carico d’orrore. Una storia di dolore. Vendetta. Perdono. E redenzione.
“L’uomo che compariva in quella fotografia era diverso da lui solo nella posa, meno disinvolta di quelle di fine secolo, e nella lunghezza dei capelli.”
Questo libro l'ho letto perché ho conosciuto l'autore, Stefano Ferri, tramite Facebook. Negli ultimi due anni ho letto prevalentemente fantasy e gialli...e questo romanzo si discosta assolutamente da quei generi.
Ma l'autore mi incuriosiva e quindi ho voluto vedere con i miei occhi quello che aveva scritto.
Ho iniziato a leggere con una certa curiosità che quasi subito si è trasformata in interesse e partecipazione agli eventi narrati. Il racconto è scritto in terza persona ed è ambientato nella Milano di fine anni ‘90. Il protagonista, Renato, l'ho trovato, via, via, antipatico, interessante, lagnoso ed infine commovente. Insomma un personaggio realistico.
Renato evolve e matura nel corso del romanzo, grazie anche all’influenza dello zio che assume il ruolo del grillo parlante. Riscopre il legame con la madre, cambiando prospettiva e riuscendo finalmente ad accettare l’affetto che prova nei suoi confronti.
«No, Renato.Io non credo che sua mamma avesse manie».
«Ah sì?», si sorprese lui. «E perchè?».
«Perchè c’è affetto nelle sue parole. Per i veri maniaci non lo si prova».
Un altro personaggio che ha forte peso nel corso della storia è la fidanzata di Renato, Anna. Una donna dal carattere forte e determinato, ma anche capace di cambiare le sue convinzioni per stare al passo con l’evolversi degli eventi. Il loro amore è talmente intenso, da riuscire a superare eventi drammatici e situazioni complesse.
“Andarono a letto, e fu amore.”
Man mano che procedevo nella lettura mi sono appassionata alle vicende di questo ragazzo che in poco tempo maturava e diventava un uomo. Mi ha appassionata lo svolgersi del racconto, tanto che l'ho letto in un week-end. Le ultime pagine le ho lette con la pelle d'oca e una lacrimuccia di emozione, sensazioni davvero forti che non mi sarei mai aspettata di provare leggendo un libro.
Consiglio questo libro… perché dà tante emozioni e crea spunti di riflessione. Bello davvero!
- Daniela
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