Ciao Lettori! Avete già dato un'occhiata al Cover Reveal di questa mattina? Io sono super curiosa di leggere il libro, ma nel frattempo devo assolutamente parlarvi de La verità sul caso Harry Quebert, caso editoriale nato dalla penna di Joël Dicker che ho letto la scorsa settimana.
Sono un paio di giorni che penso a come mettere insieme la recensione e alla fine, ho deciso di mettermi e scrivere di getto perchè è un libro talmente controverso che non sarei mai riuscita a descriverlo e definirlo con i miei soliti schemi. Vi lascio qualche informazione, seguita dalla mia personale opinione..spero apprezzerete l'onesta!
Sono un paio di giorni che penso a come mettere insieme la recensione e alla fine, ho deciso di mettermi e scrivere di getto perchè è un libro talmente controverso che non sarei mai riuscita a descriverlo e definirlo con i miei soliti schemi. Vi lascio qualche informazione, seguita dalla mia personale opinione..spero apprezzerete l'onesta!
Titolo: La verità sul caso Harry Quebert
Autore: Joël Dicker
Editore: Bompiani
Data di uscita: 2013
Pagine: 779
Brossura: 8.41 € (QUI)
JOEL DICKER è nato a Ginevra nel 1985. La verità sul caso Harry Quebert è il suo secondo romanzo. Il primo, Les derniers jours de nos pères, ha ricevuto il Prix des écrivains genevois nel 2010. La verità sul caso Harry Quebert ha ottenuto il Grand Prix du roman de l’Académie Française 2012 e il Prix Goncourt des lycéens 2012, ed è tradotto in oltre 25 paesi.
TRAMA Estate 1975. Nola Kellergan, una ragazzina di 15 anni, scompare misteriosamente nella tranquilla cittadina di Aurora, New Hampshire. Le ricerche della polizia non danno alcun esito. Primavera 2008, New York. Marcus Goldman, giovane scrittore di successo, sta vivendo uno dei rischi del suo mestiere: è bloccato, non riesce a scrivere una sola riga del romanzo che da lì a poco dovrebbe consegnare al suo editore. Ma qualcosa di imprevisto accade nella sua vita: il suo amico e professore universitario Harry Quebert, uno degli scrittori più stimati d'America, viene accusato di avere ucciso la giovane Nola Kellergan. Il cadavere della ragazza viene infatti ritrovato nel giardino della villa dello scrittore, a Goose Cove, poco fuori Aurora, sulle rive dell'oceano. Convinto dell'innocenza di Harry Quebert, Marcus Goldman abbandona tutto e va nel New Hampshire per condurre la sua personale inchiesta. Marcus, dopo oltre trent'anni deve dare risposta a una domanda: chi ha ucciso Nola Kellergan? E, naturalmente, deve scrivere un romanzo di grande successo.
Thriller o avventura editoriale? Questa è stata la mia domanda per l'intera lettura e se da un lato ho adorato la morbosità di Marcus per il caso e l'intreccio di un libro nel libro, dall'altro ho avuto forti dubbi sulla coerenza dell'intera storia che va da momenti incredibilmente profondi e sensati, a situazioni ridicole che vien quasi voglia di saltare a piè pari.
Ci si ritrova a indagare al fianco di Marcus con la vaga speranza di riuscire a dimostrare l'innocenza di Harry Quebert, scrittore pluripremiato e maestro del nostro protagonista. Ad accompagnarci in questa indagine, un conteggio a ritroso da 31 a 1 con i consigli che nel corso degli anni Marcus ha ricevuto da Harry, momenti in cui quella profonda amicizia si è rinsaldata, andando a fortificare quella fiducia che porterà appunto Marcus a battersi in ogni modo pur di scoprire la verità.
Un libro quindi che scorre veloce, che si divora, che intriga, che piace, ma è anche un libro che presenta molti difetti. Primo fra tutti come ho già sottolineato, l'inutilità di alcune parti - ripetute, oppure sciocche all'inverosimile, alcune anche noiose all'inverosimile - che allungano il brodo di una storia già intrisa di colpi di scena e fattori interessanti.
Un punto a sfavore che si riscontra proprio in quegli insulsi dialoghi, è la caratterizzazione dei personaggi, o meglio dei cittadini di Aurora che vengono non solo visti e raccontati dal protagonista come falsi bigotti e ignoranti, ma proposti proprio come stereotipi che di peggio non ce n'è. Pensate ad una qualsiasi cittadina sperduta in campagna di un qualsiasi film americano: bene, se elencate i personaggi che vi vengono in mente, io potrò darvi un preciso nome nato dalla penna di Dicker. Considerato che in genere odio ritrovare stereotipi, ho poco apprezzato questo fatto, ma devo anche essere onesta: avendo così chiari in mente i personaggi, ho potuto immaginarmi perfettamente ogni situazione.
A togliere altri punti a questo "thriller" c'è infine il fatto che, a parte qualche indagine, tanto thriller non è. Si tratta come ho detto più di un'avventura editoriale, un momento di perdizione di uno scrittore che si incrocia con il dramma e il passato di un altro, per dare vita ad un libro che porterà Marcus a trovare la fatidica verità, che in realtà poi tanto verità non è.
Vi sentite confusi? Bene. Questo è stato il mio continuo stato emotivo dopo ogni colpo di scena che cancellava le precedenti rivelazioni. E direi che proprio per questo Dicker è stato geniale, fatto apposta o meno, è riuscito a creare una storia ricca di difetti, ma anche di colpi di scena, che mette curiosità e che non si riesce ad abbandonare anche quando si perde la pazienza dietro agli innumerevoli "capitoli a vuoto", per così dire. Un libro dentro un libro, una storia che evolve e si trasforma, una verità che sfugge e che sembra sempre più come fumo, ma che si consolida in un rivelatorio finale che rende ancora più incredibile l'intero romanzo.
Una storia in cui la realtà si confonde con il racconto, in cui più volte mi sono soffermata a pensare se Dicker non stesse raccontando una parte di sé, una sua "avventura" di vita, lasciandomi continuamente il dubbio se stessi o meno leggendo le pagine di un diario o gli appunti di una biografia. Il tutto condito da stralci di "segreti" editoriali gettati in mezzo all'intreccio della storia e conversazioni che sembrano impossibili da immaginare.
Vi ho avvisati sui difetti di questo romanzo per poter dare una valutazione senza rimorsi. La verità sul caso Harry Quebert è un caso editoriale cui non posso far altro che dare un pieno 5/5, un libro che confonde a tal punto da mettere in dubbio ogni parola dell'autore, di dar vita a domande che nessun autore ha mai suscitato e di mettere in dubbio le stesse intenzioni dell'autore: genio o fortunato menestrello?
Consiglierei questo libro... a chi è in cerca di una lettura capace di catturare ogni neurone, ogni pensiero e di troncare ogni contatto con la realtà, mettendo in dubbio qualsiasi opinione. Un libro che sembra scritto per stupire, intrigare, coinvolgere il lettore facendolo impazzire dietro un'indagine che sembra non aver fine ma che avrà un epilogo tutt'altro che consueto.
Gahalowood gonfiò il doppio mento come se fosse sul punto di esplodere.“In nome del cielo, che cosa vuole?” latrò. “Capire.” “È un programma molto ambizioso, per uno come lei.” “Lo so.” “Lasci fare alla polizia, dia retta a me.” “Ho bisogno di informazioni, sergente. Mi piace sapere tutto, è una specie di malattia. Sono una persona molto ansiosa, ho bisogno di controllare ogni particolare.” “Bene, allora cerchi di controllare se stesso!”Non avevo aspettative su questo caso editoriale che ha riscosso un enorme successo, certo però qualche commento l'ho annotato e in particolare sono riuscita a verificarne uno: si legge in un battibaleno. Nonostante possa a primo impatto sembrare un mattoncino da ottocento pagine, quando si inizia a leggere non si può quasi riuscire a smettere perchè tra intrighi vecchi oltre trent'anni e misteri che si mischiano e si intrecciano la curiosità non manca!
Ci si ritrova a indagare al fianco di Marcus con la vaga speranza di riuscire a dimostrare l'innocenza di Harry Quebert, scrittore pluripremiato e maestro del nostro protagonista. Ad accompagnarci in questa indagine, un conteggio a ritroso da 31 a 1 con i consigli che nel corso degli anni Marcus ha ricevuto da Harry, momenti in cui quella profonda amicizia si è rinsaldata, andando a fortificare quella fiducia che porterà appunto Marcus a battersi in ogni modo pur di scoprire la verità.
Perché ero lì? Perché si trattava di Harry. Che era probabilmente il mio migliore amico. Perché, per quanto incredibile potesse sembrare – e io stesso me ne resi conto solo in quel momento – Harry era l’amico più prezioso che avevo. Negli anni del liceo e dell’università non ero mai riuscito a instaurare rapporti di reale amicizia con nessuno dei miei coetanei, a creare quei legami che durano per sempre. Nella mia vita c’era solo Harry; e per me, stranamente, non si trattava di sapere se fosse davvero colpevole o no: la risposta non avrebbe cambiato nulla nella profonda amicizia che provavo per lui. Era una sensazione strana: forse mi sarebbe piaciuto odiarlo e sputargli in faccia come avrebbe voluto fare ogni cittadino statunitense, sarebbe stato più semplice. Ma quella faccenda non influiva in alcun modo sui sentimenti che nutrivo per lui. Mi limitavo a dirmi che, in fondo, Harry era un uomo, e tutti gli uomini hanno dei demoni. L’importante era solo capire fino a che punto quei demoni fossero tollerabili.Verità in realtà è un parola che acquista molti ruoli nel corso del libro, allontanandosi da quello che è il senso comune del termine. La verità che tutti vogliono sentire, la verità a cui tutti credono, la verità cui nessuno vuole credere...e potrei andare avanti all'infinito. Una verità che solo nell'ultimo capitolo avrà un senso e che per scoprirla Marcus dovrà compiere davvero l'inimmaginabile.
Un libro quindi che scorre veloce, che si divora, che intriga, che piace, ma è anche un libro che presenta molti difetti. Primo fra tutti come ho già sottolineato, l'inutilità di alcune parti - ripetute, oppure sciocche all'inverosimile, alcune anche noiose all'inverosimile - che allungano il brodo di una storia già intrisa di colpi di scena e fattori interessanti.
Un punto a sfavore che si riscontra proprio in quegli insulsi dialoghi, è la caratterizzazione dei personaggi, o meglio dei cittadini di Aurora che vengono non solo visti e raccontati dal protagonista come falsi bigotti e ignoranti, ma proposti proprio come stereotipi che di peggio non ce n'è. Pensate ad una qualsiasi cittadina sperduta in campagna di un qualsiasi film americano: bene, se elencate i personaggi che vi vengono in mente, io potrò darvi un preciso nome nato dalla penna di Dicker. Considerato che in genere odio ritrovare stereotipi, ho poco apprezzato questo fatto, ma devo anche essere onesta: avendo così chiari in mente i personaggi, ho potuto immaginarmi perfettamente ogni situazione.
A togliere altri punti a questo "thriller" c'è infine il fatto che, a parte qualche indagine, tanto thriller non è. Si tratta come ho detto più di un'avventura editoriale, un momento di perdizione di uno scrittore che si incrocia con il dramma e il passato di un altro, per dare vita ad un libro che porterà Marcus a trovare la fatidica verità, che in realtà poi tanto verità non è.
Vi sentite confusi? Bene. Questo è stato il mio continuo stato emotivo dopo ogni colpo di scena che cancellava le precedenti rivelazioni. E direi che proprio per questo Dicker è stato geniale, fatto apposta o meno, è riuscito a creare una storia ricca di difetti, ma anche di colpi di scena, che mette curiosità e che non si riesce ad abbandonare anche quando si perde la pazienza dietro agli innumerevoli "capitoli a vuoto", per così dire. Un libro dentro un libro, una storia che evolve e si trasforma, una verità che sfugge e che sembra sempre più come fumo, ma che si consolida in un rivelatorio finale che rende ancora più incredibile l'intero romanzo.
Una storia in cui la realtà si confonde con il racconto, in cui più volte mi sono soffermata a pensare se Dicker non stesse raccontando una parte di sé, una sua "avventura" di vita, lasciandomi continuamente il dubbio se stessi o meno leggendo le pagine di un diario o gli appunti di una biografia. Il tutto condito da stralci di "segreti" editoriali gettati in mezzo all'intreccio della storia e conversazioni che sembrano impossibili da immaginare.
Vi ho avvisati sui difetti di questo romanzo per poter dare una valutazione senza rimorsi. La verità sul caso Harry Quebert è un caso editoriale cui non posso far altro che dare un pieno 5/5, un libro che confonde a tal punto da mettere in dubbio ogni parola dell'autore, di dar vita a domande che nessun autore ha mai suscitato e di mettere in dubbio le stesse intenzioni dell'autore: genio o fortunato menestrello?
Consiglierei questo libro... a chi è in cerca di una lettura capace di catturare ogni neurone, ogni pensiero e di troncare ogni contatto con la realtà, mettendo in dubbio qualsiasi opinione. Un libro che sembra scritto per stupire, intrigare, coinvolgere il lettore facendolo impazzire dietro un'indagine che sembra non aver fine ma che avrà un epilogo tutt'altro che consueto.
Ciao! Questo libro mi aspetta sullo scaffale da anni, ormai! Prima o poi mi deciderò a leggerlo, anche perché mi ispira molto!
RispondiEliminaAnche io l'ho lasciato "impolverare" per un po'...poi ho divorato ogni parola! Non era quello che mi aspettavo, ma forse è stato meglio così! :)
EliminaE' nella mia libreria da troppo tempo. Credo sia arrivato il caso di iniziarlo dopo aver letto questa splendida recensione!
RispondiEliminaSpero ti piacerà...nonostante tutto, io ne sono stata conquistata!
EliminaScritto in modo patetico. Un libro inutile.
RispondiEliminaDipende dai punti di vista, personalmente l'ho trovata una lettura piacevole.
EliminaCosa intendi comunque con inutile? Argomenta la tua affermazione così che io possa capire cosa vuoi dire con precisione e capire il tuo punto di vista.