lunedì 7 settembre 2015

Il classico del mese: 1984 di George Orwell

Lo scorso mese ho saltato l’appuntamento di questa rubrica, ma avevo talmente tanti libri da leggere che di classici non ne ho letto mezzo! Questo Settembre invece vi presento subito una lettura interessante e al contempo davvero incredibile. Un saggio politico da divorare una pagina dopo l’altra che non lascia un minuto senza far riflettere. Sto parlando del celebre romanzo distopico per eccellenza: 1984 (Nineteen Eighty-Four) di George Orwell.

1984Titolo: 1984

Autore: George Orwell

Genere:  Romanzo distopico

Pubblicazione in lingua: 1949

 

 

 

GEORGE ORWELL (1903-0950) Nato in India da una famiglia d’origine scozzese, nel 1921 si arruolò presso l’Indian mperial Police in Birmania. Tornò in Europa nel 1928 e nel 1936 prese parte alla Guerra civile spagnola. In seguito a questa esperienza pubblicò Omaggio alla Catalogna (1938). Durante il secondo conflitto mondiale si dedicò al giornalismo e fu corrispondente di guerra. Raggiunta la fama nel 1945 con La fattoria degli animali, pubblicò nel 1949 il suo capolavoro, l’avveniristico 1984 ispirato al Mondo nuovo di Huxley.

TRAMA 1984. Il mondo è diviso in tre immensi superstati in perenne guerra fra loro: Oceania, Eurasia ed Estasia. In Oceania, la cui capitale è Londra, la società è governata dal Grande Fratello, che tutto vede e tutto sa. I suoi occhi sono le telecamere che spiano di continuo nelle case, il suo braccio la psicopolizia che interviene al minimo sospetto. Tutto è permesso, non c'è legge scritta. Niente, apparentemente, è proibito. Tranne pensare. Tranne amare. Tranne divertirsi. Tranne vivere, insomma, se non secondo gli usi e costumi imposti dall'infallibile e onnisciente Grande Fratello, che nessuno ha mai visto di persona. Dal loro rifugio, in uno scenario desolante da Medioevo postnucleare, solo Winston Smith e Julia lottano disperatamente per conservare un granello di umanità.

Come ho già accennato prima, si tratta del romanzo distopico per eccellenza, un libro avveniristico scritto da Orwell nel 1948 e pubblicato in lingua originale nel 1949. In Italia è stato pubblicato nel 1950 e ormai il titolo aveva perso in parte il suo significato, ma in ogni caso il romanzo è senza tempo e tutt'oggi, leggendolo,  è decisamente attuale tanto da sembrare scritto proprio di questi tempi.

Il significato della scelta del titolo è molto semplice: il libro è stato scritto nel 1948, ambientandolo nel futuro Orwell ha scelto di invertire le ultime due cifre ottenendo il 1984.

L’ambientazione è di tipo post-nucleare, infatti dopo quella che potrebbe essere la terza guerra mondiale, negli anni ‘60 sono sorte tre grandi nazioni: Oceania, Eurasia ed Estasia. In tutte e tre hanno prevalso i regimi totalitari e in Oceania, dove è principalmente ambientato il romanzo, ha prevalere è stato il Socialismo inglese, il Socing. Nell’immaginario di 1984, l’Oceania è fra i tre quella con maggior territorio e corrisponde ai territori del Regno Unito, dell'Irlanda, delle Americhe, dell'Australia, della Nuova Zelanda, e la parte centromeridionale dell'Africa.

Nel dopoguerra furono scritti diversi romanzi di questo tipo, ma fra tutti 1984 è stato forse quello di maggior successo. Questo genere letterario è nato in contrapposizione ai romanzi utopici e sorto da sentimenti negativi nei confronti delle ideologie. In particolare, Orwell fu un anarchico, passato al socialismo che combatté in Spagna nel POUM (un partito partito marxista-leninista, filo trotskista e antistalinista) e che, dopo essere stato vittima delle persecuzioni staliniste durante la guerra civile spagnola, sentì il bisogno di combattere ogni tipo di totalitarismo, fascista o comunista che fosse denunciandone le ingiustizie, le perversioni e ogni aspetto insano delle varie ideologie.

Nel libro si fa spesso accenno alla Neolingua (Newspeak) che è uno degli strumenti fondamentali con il quale il Grande Fratello (Big Brother) pian piano porta il popolo a perdere le proprie capacità critiche grazie ad un impoverimento del lessico e dei termini conosciuti da utilizzare. Nell’appendice finale viene spiegato come nel mondo creato dall’autore la neolingua sia, anzi che una lingua nuova, una distruzione di parole e che il vero motivo del suo “sviluppo” da parte del governo e del Partito è di rendere sempre più improbabile che un iscritto possa avere pensieri fuori dagli schemi, per dirla coi termini utilizzati da Orwell, che il cittadino non commetta psicoreati. Alla fine, quello che il Partito prevede è l’ocoparlare, in neolingua significa parlare come le oche, quindi fare solo dei versi. Un completo annullamento delle parole, di qualsiasi lingua e soprattutto di qualsiasi pensiero. Una regressione totale sino a che i cittadini non diventino delle marionette il cui cervello e la cui mente non sia più in grado di formulare una propria opinione su nessun argomento.

A mio parere, questo è un libro da leggere per capire meglio dove i totalitarismi e le ideologie sbaglino, cadendo nell’eccessiva privazione di libertà, anche quando la libertà è il primo punto nella lista dei diritti che magari l’ideologia stessa sostiene. Come ne La fattoria degli animali, anche attraverso questa storia che può sembrare semplicemente un romanzo fantascientifico o ucronico, Orwell ci mette faccia a faccia con il risultato di un estremismo fin troppo fondato in qualsiasi genere di società o di pensiero politico.

2 commenti:

  1. Bellissima recensione, anche io sul io blog ho recensito da pochissimo. E' un classico fondamentale, che ognuno di noi dovrebbe fare suo. Offre riflessioni davvero importanti. Complimenti e a presto :)

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    1. Ti ringrazio, hai proprio ragione Ilsie, è un libro fondamentale che non può certo mancare al repertorio di un buon lettore, o di un buon pensatore! :)

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