domenica 25 ottobre 2015

#BCM 15 - Professione editoria. Dietro le quinte dei mestieri editoriali

Buona Domenica miei cari lettori! Oggi, vorrei parlarvi di qualcosa di diverso, infatti ho deciso di raccontare della mia esperienza al Book City che si svolge in questi giorni a Milano.

234x60

Quest’anno è il primo in cui ho deciso di partecipare e giovedì, mentre ero lì a prendere appunti, ho pensato fosse una bella idea condividere con voi la mia esperienza in modo che anche chi non può essere a Milano questo weekend possa comunque curiosare e magari decidere di partecipare il prossimo anno! ^^

Come dice il titolo, l’evento di cui vi voglio raccontare in questo primo post - Professione editoria. Dietro le quinte dei mestieri editoriali. - era dedicato alle professioni editoriali e in particolare alla figura del redattore. Purtroppo, due dei relatori non erano presenti, ma almeno è stato un incontro tutto al femminile.

Le relatrici, coordinate da Michela Gualtieri, tutor del Master Professione Editoria Università Cattolica, erano:

Elisa Calcagni, redattrice e coordinatrice editoriale
Paola Di Giampaolo, digital project manager di Vita e Pensiero
Maria Vittoria Alfieri, responsabile digital teaching & learning RCS Education

Il libro che ha accompagnato la loro presentazione è Trovar Lavoro nell’editoria, prodotto dai ragazzi del master in editoria dell’Università Cattolica, in collaborazione con Editrice Bibliografica.

DI COSA PARLA L’EVENTO? Qual è il percorso che fa un libro prima di finire sul nostro comodino o sul nostro ereader? Quante e quali persone ci hanno lavorato? Dallo scouting alla redazione, dal marketing al commerciale, fino alla promozione online e alla progettazione di prodotti multimediali: alla scoperta delle figure professionali che popolano il mondo dei libri, delle competenze e della formazione necessarie per ricoprire questi ruoli. Indicazioni e consigli dei professionisti del settore.

CR7d57CWEAABQWX


Ma ora, passiamo alla parte interessante dell’evento: l’intervista a queste tre donne che di editoria e di redazione ne sanno parecchio!

In cosa consiste il lavoro del redattore?

E. Calcagni: Il lavoro del redattore è presente in tutti i settori dell’editoria, ma ognuno richiede capacità specifiche differenti. In generale, il lavoro del redattore consiste nel curare il testo, sia dal punto di vista formale (grammatica, concordanze) sia dal punto di vista del contenuto. Per esempio, una delle conoscenze da acquisire è la coerenza tipografica, che consiste nel far si che il testo abbia determinate caratteristiche dall’inizio alla fine.
Nonostante le grandi responsabilità, il redattore non lavora mai da solo, si fa aiutare da altre figure, come l’Autore del testo. A proposito di quest’ultimo, il redattore deve usare la propria capacità diplomatica per far si che l’Autore capisca e accetti le correzioni del testo. Un’altra capacità fondamentale per questo lavora, è una buona cultura generale di base. Nel qual caso il redattore si trovi davanti a un testo specialistico, per cui è necessaria una conoscenza tecnica specifica, egli può o informarsi da solo, o chiedere una consulenza a degli specialisti.
Tra le figure con cui collabora il redattore, ci sono il correttore di bozze, l’impaginatore e/o il grafico. In mancanza di fondi, egli stesso può assumere i ruoli sopra elencati.
In conclusione, il lavoro del redattore e degli altri operatori, nel gergo viene definito cucina redattoriale, in quanto mettono “le mani in pasta”, ovvero lavorano fisicamente con il testo.

P. Di Giampaolo: I redattori web si occupano di progetti digitali, curare la parte di contenuto e comunicazione che si vogliono raggiungere. Una redazione web può essere presente in molteplici situazioni, tra cui un sito istituzionale o d’informazione.
Il ruolo del redattore web cambia anch’esso da settore a settore: in un sito istituzionale egli assume un ruolo di PR, da conoscere in modo approfondito l’identità dell’azienda, per comunicare al pubblico la sua essenza; in un sito di informazione, invece, deve essere più simile a un giornalista per essere sempre informato su quello che accade.
Nel caso di una libreria online, tutte le attività sopra elencate vengono svolte, ma con un fine diverso: l’editore diventa un librario. Egli deve avere una conoscenza approfondita dei libri di cui tratta, oltre ad una capacità di marketing per poter vendere i propri prodotti. La libreria online deve essere semplice e funzionale, in modo da trovare velocemente le informazioni di cui il cliente necessita. La home diventa una vetrina, dove sono esposte le novità, da dove è anche possibile accedere agli altri prodotti del catalogo sia recente che degli anni passati. Per attrarre l’attenzione è anche necessario creare dei percorsi ad hoc, come ad esempio percorsi a tema per fornire suggerimenti agli acquirenti.
Nonostante queste differenze spesso accade che lo stesso sito ricopra i ruoli di sito di informazione, istituzionale e di vendita online.

M.V. Alfieri: Il ruolo del redattore digitale nasce con la legge 133 del 2009,  in cui è scritto che un libro di testo oltre che essere cartaceo ha bisogno di supporti digitali.
Oltre alle competenze di base, che sono le stesse del redattore di cartacei, il redattore digitale deve sviluppare altre competenze che gli permettono di muoversi all’interno di internet.
Uno dei suoi compiti è quello di fare una trasposizione rielaborata del libro cartaceo, deve mettere mano al libro ed è un lavoro parecchio impegnativo in quanto i libri scolastici, sia cartacei che digitali, sono ricchi di informazioni e di conoscenze specifiche. Inoltre, deve accertarsi che il contenuto dei libri, e in particolare dei componenti digitali, deve essere adattato alle fasce verso cui si pone. Altro elemento importante è la capacità di creare il supporto e quindi di avere le conoscenze informatiche adatte al ruolo che ricopre.
Unito a tutto ciò, il redattore digitale deve essere in grado di creare dei supporti digitali in modo da far interagire i ragazzi senza annoiarli, cioè rendere interessante il componente digitale senza che sia una copia del libro cartaceo, nonostante siano due facce della stessa medaglia e le due redazioni debbano lavorare in sinergia.  Il prodotto digitale deve quindi essere un mezzo attraverso il quale lo studente possa interagire col testo di riferimento, aggiungendo nuove conoscenze al suo repertorio di studio.
Tuttavia, i supporti digitali di un libro cartaceo possono essere creati da un fornitore esterno alla casa editrice. Questa esternalizzazione comporta dei costi onerosi e per questo motivo gli editori spesso si armano degli strumenti per autoprodurre i supporti digitali più semplici.
Queste collaborazioni esterne, comportano nel redattore digitale la necessaria capacità di interagire con i fornitori esterni.

 

Quali sono le competenze necessarie per approcciarsi a queste tre figure redattoriali?

E. Calcagni: Per partire bisogna avere una buona cultura generale che serve al redattore per sapere come correggere il testo, capire dove magari ci sono svarioni scritti dall’autore. È necessario uno spirito critico che fa leggere le opere sottoposte alla sua attenzione con la testa: capita per esempio che l'autore scrive una cosa in una pagina e dopo solo 5 pagine si contraddice.
Un altro fattore importante è la competenza linguistica,cioè quella capacità che permette di vedere gli sviluppi della grammatica, senza accanirsi su cose che in realtà sono cambiate nel tempo perché la nostra lingua è in continua evoluzione.
Anche il gusto per la bella parola è qualcosa da coltivare, utile per saper rendere la frase scorrevole, oltre a cogliere la bella metafora, riconoscendo però quella troppo azzardata.
Infine, uno dei compiti principali del redattore è vedere che il messaggio arrivi al lettore. I testi non devono essere solo belli, ma anche leggibili e comprensibili ad una prima lettura.
Il redattore deve quindi munirsi di pazienza e precisione, perché il suo lavoro ruota attorno a queste due capacità, leggendo e rileggendo sino a che il testo non sia perfetto.

P. Di Giampaolo: Molte delle cose dette sopra, valgono anche per chi lavora sul web, soprattutto la parte che riguarda il contenuto. Chi ha una buona base per l'editoria cartacea riuscirà a creare ottimi prodotti anche per il web. Nel caso di un redattore web, è però necessario essere anche curiosi per le nuove tecnologie. Bisogna conoscere i social network, saperli usare e sfruttare.
Dato che gli errori rimangono a memoria futura, l'occhio critico per la parte linguistica e grammaticale è molto importante, forse più che nel caso cartaceo perché il libro cartaceo si sostituisce con un'edizione nuova, il quotidiano si getta via il giorno dopo, così come le riviste, ma la pagina web rimane nel tempo.
Infine sul web è molto importante scrivere articoli nel modo corretto anche per quanto riguarda la struttura stessa, che è spesso al contrario rispetto a quella di un prodotto cartaceo: le informazioni importanti devono infatti essere poste in alto, perché spesso i fruitori delle pagine web leggono solo le prime righe facendo un ragionamento del tipo "se mi interessa continuo a leggere, altrimenti passo avanti".

M.V. Alfieri: Tutto ciò che è stato detto sopra, vale anche per il redattore di scolastica.
Il redattore digitale scolastico deve essere un tuttologo, deve avere spirito critico e occhio per la qualità dal contenuto, sia sul digitale in particolare che sul web (online e offline). Infatti tutti possono scrivere sul web, ma il redattore deve ricercare la qualità per distinguere i propri contenuti.
Deve anch'esso avere una competenza linguistica di un certo tipo e sapere come rivolgersi al pubblico in modo corretto: se il prodotto è rivolto a dei bambini il linguaggio sarà per esempio semplice e pulito.
Per essere un redattore digitale, è necessario essere sempre aggiornati su uscite e novità, per poter capire cosa può andare bene sul mercato.
Anche in questo caso ci vuole tanta pazienza, perché è il fulcro di tutta la macchina creatrice che gira intorno ai diversi prodotti editoriali.
Ribadito ciò, chi si occupa di didattica digitale, deve conoscere le informazioni informatiche di base, senza però essere per forza un informatico.

 

Cosa consigliate a chi vuole intraprendere questa strada lavorativa al giorno d’oggi?

E. Calcagni: Non bisogna fissarsi solo con tutto ciò che è narrativa, con i testi belli. Bisogna leggere libri di tutte le qualità perché l'obiettivo è appunto migliorare ogni prodotto affiche sia bello e possa vendere. Cercate lavoro ovunque: riviste, editorie, aziende che hanno bisogno di testi per pubblicizzarsi o farsi conoscere, studi editoriali e molti altri.

P. Di Giampaolo: Cercare di mettere a fuoco gli obiettivi: concentrarsi molto sui propri punti di forza e le conoscenze specifiche che si hanno, ma anche propri punti deboli. Bisogna avere l’occhio per il mercato, con i suoi boom e le sue sacche che hanno bisogno di innovazione. Le case editrici cercano qualcuno che possa essere un alleato competente ed entusiasta per raggiungere i propri obiettivi.

M.V. Alfieri: Crederci tanto. Auto informatevi, incuriositevi, individuate il settore dell’editoria in cui vi piacerebbe studiare. Le scuole che permettono di fare corsi, master e quali di questi sono adatti al percorso che desiderate intraprendere.


Spero che queste informazioni possano essere state utili a chi ha intenzione di intraprendere questi tre mestieri. A me, partecipare a questo evento, ha chiarito parecchio le idee e sono riuscita a raddrizzare non solo i miei obiettivi, ma anche il mio piano per i prossimi 5 anni: cosa è meglio studiare, che scelte fare in campo lavorativo e come auto-formarmi.

Nei prossimi giorni inserirò altri articoli di questo genere perché quelli di tipo formativo sono gli eventi che più mi hanno interessato del BookCity, quindi se vi è piaciuto, tornate presto e troverete altri numerosi consigli sul mondo dell’editoria! :)

Nessun commento:

Posta un commento

Se ti è piaciuto questo post, lascia un commento...fa sempre piacere ricevere un feedback! ;)