Titolo: Purgatorio (Canti delle erre Divise #2)
Autore: Francesco Gungui
Pagine: 392
Editore: Fabbri
Pubblicato: 24 Aprile 2014
Brossura: 14,90 €
FRANCESCO GUNGUI Di origini sarde, è nato a Milano nel 1980. Dopo la maturità classica, falliti alcuni tentativi di entrare all’Accademia di Belle Arti di Brera, dipinge per conto proprio, esponendo in vari locali della sua città. Frequenta con poca passione la facoltà di lettere moderne, lavora come barista e come commesso, si iscrive alla Scuola di Arti Applicate del Castello Sforzesco e poi al corso di laurea in Beni Culturali. Si laurea nel 2004. Ha acquisito notorietà grazie a Mi piaci così, pubblicato nel 2008 da Mondadori, e alla trilogia fantasy distopica Canti delle Terre Divise, iniziata nel 2013 e terminata nel 2014, ed edita da Fabbri Editori. Nel 2015continua il suo lavoro con Fabbri Editori con il suo ultimo lavoro, un romanzo per ragazzi, intitolato Con te ho imparato a volare.
TRAMA Alec e Maj sono riusciti nell'impresa impossibile. Sono scappati dall'Inferno, la prigione che nel prossimo futuro serve a rinchiudere e spesso eliminare chi si oppone al potere dell'Oligarchia, costringendolo a interminabili prove di sopravvivenza ispirate dall'Inferno di Dante. Scappando, però, Alec e Maj hanno creato una frattura nel mondo strettamente controllato da eserciti e tecnologia. Hanno dimostrato che opporsi è possibile e hanno dato il via a tanti piccoli focolai di rivolta. Per questo l'Oligarchia deve trovarli ed eliminarli al più presto. Intanto i due ragazzi, nati agli estremi opposti delle Terre Divise - lei cresciuta a Paradiso tra i ricchi, lui a Europa, la città stato dei miserabili - hanno raggiunto un'isola che l'Oligarchia non sa nemmeno esistere. E Purgatorio, dove ribelli e profughi da tutto il mondo trovano rifugio e progettano di rovesciare l'Oligarchia. Per essere accettati a Purgatorio, però, occorre compiere un difficile cammino scalando la montagna che sorge al centro dell'Isola, una prova da cui non è detto si riesca a tornare vivi. Ma la sorpresa più grande per Alec è la scoperta che a capo di Purgatorio vi è uno dei primi architetti di Inferno, un uomo che credeva morto da anni: suo padre.
Purgatorio, secondo volume della serie di Francesco Gungui ispirata alla Divina Commedia, è decisamente più avvincente di Inferno, primo romanzo della serie – QUI la mia recensione. C’è più azione oltre al fatto che le descrizioni dei luoghi sono migliori rispetto a Inferno e meno banali, come se l’autore avesse perfezionato il proprio stile e le proprie capacità, come se fosse maturato.
Tuttavia ecco che sorge un altro problema che nel primo forse è passato semplicemente inosservato visti i molti altri difetti, in questo secondo volume il tempo è relativo. Mi spiego meglio: leggendolo mi sono spesso sorti dubbi sulla linea temporale, tanto che mi sono anche messa a fare uno schema che alla fine mi ha convinta del fatto che l’autore probabilmente non ha nemmeno provato a controllare se fosse davvero plausibile far avvenire alcune cose in contemporanea o meno, oltre al fatto che quasi alla fine si ha un salto di due settimane durante il quale cambia tutto e non viene spiegato minimamente perché di punto in bianco alcuni dei personaggi principali hanno cambiato il proprio atteggiamento o sono finiti in un posto piuttosto che in un altro. Infine, gli ultimi tre capitoli volano via in 14 pagine esatte nelle quali ha fine una grande storia d’amore, avviene un grande scontro tra ribelli e Oligarchia - scontro che non ci viene descritto né raccontato - e uno dei protagonisti cambia improvvisamente schieramento senza un vero motivo plausibile.
Spero che Gungui abbia pensato a qualcosa di convincente, perché davvero non capisco come possa essere spiegato un cambiamento simile in un personaggio tanto determinato. Un po’ come se la Ghiandaia Imitatrice di punto in bianco si alleasse con il Presidente Snow, cioè, nonsense allo stato puro!
Come ogni secondo libro di una trilogia, anche questo inizia spiegando alcune perplessità, mettendo altra carne al fuoco, si fa più avvincente e interessante, ma termina lasciando più domande di quelle che si avevano all’inizio, quindi non vedo l’ora di finire il terzo volume di questa saga distopica che mi sta facendo davvero odiare il suo autore, per capire le sue intenzioni e dove voglia davvero andare a parare. Magari alla fine tutti i pezzi del puzzle andranno a combaciare regalandoci un bel “…e vissero per sempre felici e contenti!”, ma per ora ne dubito fortemente.
Migliore del primo volume, ma con ancora qualcosa da sistemare, che Gungui voglia sorprenderci nel finale? Per ora posso solo aumentare di poco la mia valutazione complessiva, sperando in qualcosa di meglio per il terzo romanzo, Paradiso:
Con uno stile un po’ meno altalenante fra azione e descrizioni e una storyline più profonda e pensata, ecco che la serie inizia ad avere un suo perché, anche se con qualche incomprensione e molte domande senza risposta. A 2/3 della serie, non posso far altro che terminarla e quindi aspetto di aver letto Purgatorio per dare una mia opinione più approfondita su tutti e tre i romanzi nella loro completezza.
Come detto in precedenza per Inferno, anche questo libro è adatto per un pubblico giovane che ama il genere, ma non lo consiglierei a chi esige alti livelli di stile e di espressione.
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