Titolo: Sitael – La seconda vita
Autore: Alessia Fiorentino
Pagine: 457
Editore: Rizzoli
Pubblicato: 8 Novembre 2011
Rilegato: 12,00 €
ALESSIA FIORENTINO Nata a Palermo nel 1990. Dopo aver terminato il liceo artistico ha deciso di dedicarsi esclusivamente alla scrittura, senza mai abbandonare la sua passione per il disegno. A soli 14 anni ha concluso il primo episodio della trilogia del Sitael.
TRAMA In un mondo governato dalla luce e dall'ombra, Etenn è un quattordicenne infelice della sua vita da scudiero, anche se il colore dorato dei suoi occhi lascia capire che in lui c'è qualcosa di speciale. Proprio quando Qurasch, il figlio del Demonio, minaccia di gettare la Terra di Lycenell nel buio e nel silenzio per condannarla alla sua stessa solitudine, Etenn entra in possesso del Sitael, una sfera di Luce allo stato puro, e da quel momento niente per lui sarà più come prima. Perché il Sitael è l'unica arma in grado di sconfiggere Qurasch, ed Etenn ha la capacità di usarlo come nessun altro. Nel lungo viaggio che lo porterà faccia a faccia con il suo nemico naturale, tra mille prove che riuscirà a superare solo grazie alla sua forza di volontà e all'aiuto degli amici che lo accompagneranno in questa seconda vita, Etenn dovrà mettere insieme i pezzi del proprio passato. E scoprirà lati di se stesso più oscuri di quanto non avrebbe voluto.
Mi sono imbattuta in questo romanzo spulciando fra i libri di mia madre. Fortunatamente abbiamo spesso gli stessi gusti e quando una delle due non sa più cosa leggere ecco che ci scambiamo i libri. L’ho notato per la copertina che mi è piaciuta molto a primo impatto e leggendo il risvolto di copertina ho pensato che potesse essere una perla nascosta. Quando ho notato che l’autrice era italiana e poco più grande di me, allora mi sono convinta al 100%. Avevo parecchie aspettative che però non sono state appagate.
Onestamente devo dire che sono parecchio confusa riguardo a questo primo volume della serie Sitael. Non mi ha completamente soddisfatta, non mi ha convinta del tutto, non mi ha lasciato un grande entusiasmo e infine mi sono rimasti una marea di interrogativi. Tuttavia, proprio per il finale in sospeso, avrei voluto leggere subito il secondo volume – L’ombra del Principe – per sapere cosa succederà ai personaggi di questa storia.
Mi sono affezionata ai sette protagonisti della storia nonostante tutto. Non li ho trovati particolarmente accattivanti, ma è anche vero che se si legge del viaggio di sette piccoli eroi per la bellezza di 457 pagine, già verso metà romanzo si inizia a provare un po’ di compassione per quei poveri sventurati ai quali ne capitano di tutti i colori!
Purtroppo, a mente fredda, ecco che questa voglia è quasi sparita perché di questo primo volume non mi è rimasto nulla di significante in testa. L’unico pensiero che ho in questo momento è che ho forse buttato una settimana in cui ho davvero faticato a trovare anche solo 10 minuti per leggere.
Ma cerchiamo di chiarire meglio questo mio disappunto per un’autrice italiana emergente che è riuscita comunque a trovare un piccolo spiraglio in un genere sovraffollato da Titani del Fantasy.
Per prima cosa, la trama è trita e ritrita, poco originale e decisamente troppo simile a un mix dei fantasy bestseller di sempre, con risvolti prevedibili e scontati.
Un secondo difetto che mi ha dato particolarmente fastidio è il fatto che ogni tre righe c’era un errore ortografico, grammaticale o di stampa. Ok, non proprio ogni tre righe, ma decisamente troppo frequentemente!
Altro particolare è la lunghezza infinita del romanzo: non vedevo l’ora di arrivare alla fine. Ad ogni inizio capitolo l’occhio mi cadeva sul numerino in basso alla pagina e dentro di me dicevo “Dai Franci, ce la puoi fare…arriveranno a Oreah prima o poi!”.
Infine, vorrei far notare la semplicità dei personaggi e la loro descrizione superficiale e stereotipata, in particolare mi piacerebbe descrivervi il protagonista: biondo, occhi dorati, belloccio. Difficilmente l’autrice utilizza aggettivi più profondi o gli fa compiere azioni che non siano un’assurdità. Etenn, lo scudiero combinaguai, diventa da un giorno all’altro un cavaliere che riesce quasi a tener testa a chi tira di spada praticamente da quando è nato, oltre a imparare subito a cavalcare – cosa che, vi assicuro, non è proprio facile come per esempio imparare ad andare in bicicletta! – e a fare mille altre cose solo perché lui è bravo, buono e bello. Un protagonista che non mi è piaciuto perché è semplicemente un allocco che sopravvive solo grazie a…non lo so! Bontà divina? Fortuna sfacciata? Capacità innate che lo trascinano sino alla pagina 457 dove si scopre che – SPOILER – è un principe per nascita. Troppo facile la vita!
Insomma, non mi è piaciuto il protagonista, non mi è piaciuta la trama semplice e, diciamocelo, un po’ scopiazzata, infine ecco che ci sono una miriade di errori nella stampa e l’autrice conosce quattro vocaboli in croce.
Direi che la mia valutazione per questo libro è..no, non ci credo neppure io, 1/5. ç_ç
Se lo avessi letto a sei anni, mi sarebbe sicuramente piaciuto, peccato che non è venduto come libro per ragazzi, ma come fantasy a pieno titolo accanto ad autori del calibro di Terry Brooks, J.R.R.Tolkien, e via dicendo.
Ogni volta che devo pubblicare un’opinione completamente negativa riguardo a un libro, mi sento un po’ in colpa, ma cerco sempre di trovare qualcosa di positivo, purtroppo a volte non c’è nulla e allora sono i casi in cui l’onestà fa male. Per sicurezza, ho fatto delle ricerche online: prima di criticare tanto un romanzo, mi volevo assicurare che non fossi l’unica a pensarla in questo modo, in caso contrario avrei potuto aspettare e rileggerlo in un periodo meno incasinato della mia vita per dedicarmici al meglio. Purtroppo, quello che ho trovato è una serie infinita di opinioni negative, molte delle quali ben peggiori della mia. Addirittura si dice che l’autrice in passato abbia affermato di non aver letto libri fantasy prima di scrivere questo romanzo…bè, mi auguro solo che si tratti di una diceria!
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