Autore: Simon Rowd
Pagine: 465
Editore: Mondadori ElecaYoung
Pubblicazione: 4 Aprile 2016
Rilegato: 14,90 €
SIMON ROWD è un giovane scrittore appassionato di narrativa thriller e fantasy. L’idea di fondere questi due generi lo porta, nell’aprile 2014, ad autopubblicare il suo romanzo d’esordio, Drow, che in breve tempo scala le classifiche online e conquista migliaia di lettori grazie al passaparola. Per il successo ottenuto, nel 2015 viene pubblicato da Mondadori Electa nella collana ElectaYoung. Mior è il secondo romanzo della trilogia dei Drow.
TRAMA Eric Arden è morto. Lo è per i suoi genitori adottivi, nei ricordi degli abitanti di Skittburg e agli occhi dei drowhunter, che hanno smesso di dargli la caccia. Per sopravvivere si nasconde nella solitudine degradante dei quartieri di Estrielle, dove il suo lato oscuro lo consuma ogni giorno, trascinandolo in un abisso di rancore e violenza. Neppure a Sophie, che conosce la verità e verso cui nutre ancora un amore profondo, è concesso avvicinarlo. Ma quando lei decide di rompere il muro alzato tra loro e di riconquistarlo, una verità tenuta nascosta a entrambi emerge a spezzare per sempre il loro legame: è lei l’assassina inconsapevole di Logan, il vero padre di Eric, strappatogli via subito dopo averlo ritrovato. Incapace di guardare Sophie ancora negli occhi, Eric fugge tra le braccia di Dana, l’affascinante drow con un passato da cacciatrice, riapparsa dal nulla nella sua vita. Nemmeno lei, però, può cancellare il dolore che lo corrode. Solo due occhi violacei, incrociati e persi una notte sulla tomba di Logan, riaccenderanno in lui la speranza. Una parte del suo passato, che credeva perduta per sempre, esiste ancora, avvolta nel mistero: sua madre, Arline, è viva. Costretto a chiedere l’aiuto di Sophie per ritrovarla, nella ricerca Eric scoprirà che la lotta tra elfi e drow nasconde ancora segreti profondi: fantasmi del passato si aggirano in luoghi sepolti da tempo ed efferate creature sembrano tornate per completare un cerchio di sangue che qualcuno ha voluto insabbiare. Ancora una volta, Eric si troverà a combattere per i drow, conteso dall’amore delle due ragazze al suo fianco, ma quando crederà di essere a un passo dalla verità, dovrà accettare che la vita, a volte, è in grado di riservare oscure sorprese.
“Gli umani non possono sapere. Immagina cosa accadrebbe”
Dopo diversi giorni di assenza torno con una nuova recensione di un libro uscito questo inizio mese: Mior, di Simon Rowd, sequel di Drow. La mia assenza è dovuta al fatto che questo libro mi ha letteralmente prosciugata!
Non direi del tutto in maniera negativa, ma certo è stata una lettura un po’ pesante. Ho sofferto nel leggere questo libro perché anche se l’azione è presente praticamente in ogni scena, le descrizioni sono un po’ troppo dettagliate e le 465 pagine si fanno decisamente sentire.
Tuttavia la storia è sempre più avvincente e i colpi di scena non mancano mai, anzi sono forse uno dei punti di forza di questo autore che non smette mai di stupirmi. Autore che mantiene sempre il suo stile unico, anche se come già detto, questa volta un po’ forzato nelle descrizioni, specie delle azioni stesse.
Mi è piaciuto invece parecchio l’evolversi dei personaggi, gli intrecci e lo scambio di ruoli, come nel primo libro, con l’alternarsi di figure buone che diventano cattive e viceversa. Ho sentito la mancanza di Kaine che però ritroviamo alla fine del libro in ruolo quasi assurdo – ennesimo colpo di scena – e quella del frizzante Jimmy che per quasi metà libro è sempre presente ed attivo, mentre per il resto è un’ombra che si trascina come contorno degli altri protagonisti.
Un personaggio che ho davvero amato è invece Luther che mi ricorda tanto il mio papà e non posso certo non fare il tifo per lui. Padre meraviglioso, uomo coraggioso e dall’animo imperscrutabile che si rivela alla fine in tutta la sua umanità. Un personaggio che scende a patti con la realtà aprendo gli occhi e mandando all’aria il suo mondo pur di fare la cosa giusta.
Contrariamente, ho detestato Arline sin dal primo momento e gli ultimi risvolti hanno confermato le mie teorie che pensavo fossero alimentate solo da sciocchi pregiudizi e che invece si sono rivelate tutte corrette.
Per quanto riguarda invece Haufmann e i suoi istinti da genocida, ebbene è riuscito a instillarmi un odio che nessun antagonista fino ad ora era riuscito…nelle ultime pagine mi ha ricordato troppo l’antagonista numero della storia dell’uomo e penso che il suo personaggio ne sia fortemente ispirato sia per il suo modo di fare, sia per la sua caduta. Ovviamente, prendete questa mia impressione un po’ con le pinze, è stata una sensazione che ha accompagnato ogni sua azione che ho letto. Ma le sensazioni sono soggettive, si sa. Se l’autore voleva davvero dare questa impressione, allora ha fatto proprio un bel lavoro, parlando dell’argomento in modo esplicito, ma velato al contempo e senza mai superare la soglia dell’irragionevole. Ad ogni modo, il tema del diverso è il punto focale del romanzo e credo che su come l’autore ha affrontato questo argomento non ci sia nulla da dire, anzi, credo sia davvero geniale il modo in cui ha costruito attorno un intreccio tanto avvincente.
Un’impressione che invece sostengo vivamente è quella che la storia tra Sophie e Eric è fortemente ispirata alla più celebre storia d’amore di tutti i tempi: Romeo e Giulietta. Ebbene sì, andando avanti nella lettura sempre più episodi somigliano a quelli della storia dei due innamorati veronesi e sarà che è la mia preferita, ma quando Sophie è morta e rinata non ho più avuto alcun dubbio…prendetemi per pazza, ma per me quei due finiranno per stare insieme in eterno, vivi o morti! U_U
Questa volta direi che questa saga ha un po’ vacillato, ma è anche vero che il secondo libro di una trilogia è sempre il più difficile sia da leggere che – soprattutto – da scrivere. Onestamente non mi aspettavo di più in fatto di trama e di intreccio, ma la lunghezza del romanzo mi ha veramente stesa. Non parlo di lunghezza fisica, perché ci sono libri da più di mille pagine che ho letto in pochi giorni, ma di svolgersi dei fatti. La stessa storia sarebbe potuta essere ben scritta e ben narrata anche con un centinaio di pagine in meno, e quindi senza tutti quei dettagli di troppo che rendono la narrazione molto più lenta.
Ad ogni modo, non è certo un libro da scartare, anzi, la storia narrata è avvincente e la trama non potrebbe seguire filo migliore, ho amato ogni colpo di scena e ogni situazione per le sorprendenti dinamiche con cui si presentano e sono curiosa - molto curiosa - di leggere il terzo volume per sapere come andrà a finire! :)
La mia valutazione per Mior è purtroppo un 3/5, ma spero proprio di dover tornare sui miei passi e rialzare il voto con il terzo libro, visto che nel primo non avevo trovato pecche.
Consiglierei questo libro… chi ama i fantasy e non è troppo legato alla tradizione. Anche se può sembrare un Urban Fantasy, credo sia qualcosa di molto complesso che merita davvero di essere letto.
- Franci
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