Titolo: Inferno (Canti delle erre Divise #1)
Autore: Francesco Gungui
Pagine: 430
Editore: Fabbri
Pubblicato: 2 Aprile 2014
Brossura: 5 €
FRANCESCO GUNGUI Di origini sarde, è nato a Milano nel 1980. Dopo la maturità classica, falliti alcuni tentativi di entrare all’Accademia di Belle Arti di Brera, dipinge per conto proprio, esponendo in vari locali della sua città. Frequenta con poca passione la facoltà di lettere moderne, lavora come barista e come commesso, si iscrive alla Scuola di Arti Applicate del Castello Sforzesco e poi al corso di laurea in Beni Culturali. Si laurea nel 2004. Ha acquisito notorietà grazie a Mi piaci così, pubblicato nel 2008 da Mondadori, e alla trilogia fantasy distopica Canti delle Terre Divise, iniziata nel 2013 e terminata nel 2014, ed edita da Fabbri Editori. Nel 2015continua il suo lavoro con Fabbri Editori con il suo ultimo lavoro, un romanzo per ragazzi, intitolato Con te ho imparato a volare.
TRAMA Se sei nato a Europa, la grande città nazione del prossimo futuro, hai due sole possibilità: arrangiarti con lavori rischiosi o umili, oppure riuscire a trovare un impiego a Paradiso, la zona dove i ricchi vivono nel lusso e possono godere di una natura incontaminata. Ma se rubi o uccidi o solo metti in discussione l'autorità, quello che ti aspetta è la prigione definitiva, che sorge su un'isola vulcanica lontana dal mondo civile: Inferno. Costruita in modo da ricalcare l'Inferno che Dante ha immaginato nella "Divina Commedia", qui ogni reato ha il suo contrappasso. Piogge di fuoco, fiumi di lava, gelo, animali mostruosi: gli ingranaggi infernali si stringono senza pietà attorno ai prigionieri che spesso muoiono prima di terminare la pena. Nessuno sceglierebbe di andare volontariamente a Inferno, tranne Alec, un giovane cresciuto nella parte sbagliata del mondo, quando scopre che la ragazza che ama, Maj, vi è stata mandata con una falsa accusa. Alec dovrà compiere l'impresa mai riuscita a nessuno: scappare con lei dall'Inferno, combattendo per sopravvivere prima che chi ha complottato per uccidere entrambi riesca a trovarli...
Quando in libreria ho visto questo libro sono stata attratta principalmente da tre fattori: il titolo, la copertina e il prezzo. Dopodiché ho letto il nome dell’autore e sono rimasta stupita nel vedere che fosse italiano. L’ho acquistato senza pensarci troppo perché per cinque euro non vado certo in banca rotta e inoltre mi ispirava un bel po’.
Finito di leggere Il domani che verrà, di John Marsden, mi sono catapultata in questa lettura che devo ammettere all’inizio mi ha abbastanza annoiata, infatti fino al capitolo 32 ho quasi dovuto sforzarmi per continuare a leggerlo. Odio lasciare i libri a metà, belli o brutti, perché non si sa mai che possano virare il colpo e migliorare tutto d’un tratto.
In generale l’idea ha un buon potenziale e infatti mi ha intrigata parecchio, tuttavia sono rimasta un po’ delusa perché l’autore l’ha sfruttata decisamente male, rimanendo troppo sul superficiale. I personaggi non sono granché studiati o approfonditi, i due protagonisti addirittura si innamorano nel giro di una pagina ed è inverosimile che una persona cambi completamente la sua vita da un giorno all’altro, abbandonando tutto e tutti, solo perché ha conosciuto qualcuno con cui ha feeling! Insomma, qualcosa non quadra e questo è sottolineato anche dalla confusione che si ritrova nelle descrizioni delle ambientazioni che a volte sono in un modo, altre in un altro, non si capisce mai bene cosa circonda i personaggi nonostante l’autore abbia cercato di fornire parecchi dettagli. Nel complesso, la lettura è lenta, scorre male e le descrizioni caotiche rendono ancora più pesante quei capitoli dove succede poco e niente, che tra l’altro sono parecchi.
Un altro particolare negativo che non mi è piaciuto è l’inserimento di una specie di storia omosessuale a senso unico che viene banalizzata, trattata anch’essa superficialmente e sbolognata senza mezza spiegazione. A mio parere, sarebbe forse stato meglio approfondire l’argomento o ometterla del tutto dalla storia, non ha senso parlarne a metà attraverso sotterfugi, parole non dette e mezze frasi.
Escludendo questi fattori la storia mi piace, ha un senso e mi è davvero piaciuto il significato e la morale che sono dietro a tutto questo: l’inferno è un frutto delle nostre paure. Senza paura non esiste inferno, ma la paura fa compiere all’uomo atti stupidi ed insensati anche a dispetto di altri individui e questo crea l’inferno. L’inferno è solo una nostra opera autolesionista ed effettivamente è così: quando qualcosa non va o c’è un evento spiacevole, se ci facciamo prendere dal panico la cosa peggiora sempre più, fino a non poter più uscire da questo circolo vizioso.
Nel complesso devo dire che non mi è dispiaciuto del tutto, solo ho trovato troppi difetti che superavano di gran lunga i pregi, quindi la mia valutazione non può essere alta:
Rileggerei questo libro? Probabilmente no, ma voglio comunque provare a leggere i volumi che seguono perché potrebbero sorprendermi, potrebbero essere migliori e più approfonditi. Inoltre, sono curiosa di sapere cosa succede a questi due innamorati. La storyline mi ispira e magari l’autore migliora alcuni dettagli nei sequel maturando il proprio stile. Sicuramente è un libro adatto per un pubblico giovane che ama il genere, ma non lo consiglierei a chi esige alti livelli di stile e di espressione.
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